
Mentre l’Oracolo usciva dalla vagina della storia (nasceva una seconda volta), il destino che non esiste, sgusciando da una costola del tempo, dispiegava l’azione necessaria per rompere la falsa immobilità; come una placca tettonica che scricchiola su un’altra mentre si carica di energia, liberandola con fragore raggiunto il punto di massimo accumulo. Non appena Daniel aveva tolto di mano il Baphomet a Ettore gli uomini di Tania più Dinis e Epaminonda avevano circondato, con atteggiamento protettivo, Daniel, Tania e l’Oracolo. Dall’altra parte erano rimasti Ettore, Dumbo che sembrava avere fatto una scelta e Isis, Ubirani era sparito.
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Chiunque tra i presenti (tempo incluso) sembrava curioso di vedere che cosa sarebbe successo quando Ettore avesse tolto l’involucro usurato e rivelato l’oggetto misterioso. Come in un parto la prima cosa apparsa era la testa, sferica come soltanto il pi greco può renderla e con bagliori cromati perché la sporcizia secolare scivolava via come il residuo di sugo da una padella antiaderente. Poi emergevano le orecchie diverse una dall’altra: una evocava una femmina, non c’erano dubbi a causa degli attributi mammo-vulvari, l’altra un maschio e in questo caso l’attributo era eretto e ben riconoscibile. Il naso era bifido alla base e mentre saliva si trasformava in due ramificazioni evocanti corna che formavano un tutt’uno con le sopracciglia, sotto le quali si percepivano occhi a forma di mandorla (oriente?). La bocca a forma di imbuto orizzontale era sorretta dal mento, adeguato alla sfericità dell’oggetto; l’insieme era gradevole alla vista anche se in modo inquietante e mostrava una relazione di parentela con la sezione aurea.
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